Sala II - Arte egizia e mesopotamica

ARTE EGIZIA

Sarcofagi 
Gli antichi Egizi erano soliti definire il sarcofago col termine "signore della vita", attribuendogli la capacità di conservare il corpo per garantirgli il passaggio nell'aldilà. Era credenza della religione egizia infatti, che il Ka (lo spirito) avesse bisogno del corpo per sopravvivere dopo la morte. Il tipo più antico di sarcofago egizio è a forma di cassone, in pietra o legno, variamente decorato e recante talvolta iscrizioni. L'altro tipo a noi noto è quello antropoide, a forma di mummia, realizzato in un primo tempo in cartapesta, poi in legno e in pietra. 

Ushabti 
Gli Ushabti, che in egizio significa "quelli che rispondono", sono piccole statue che costituiscono elemento integrante ed indispensabile del corredo funerario. Si tratta di figurine mummiformi che recano in mano strumenti agricoli (zappa e falcetto) mentre nella parte anteriore portano inciso un capitolo del Libro dei morti. La declamazione rituale dell'iscrizione conferiva vita alle statuette che così avrebbero lavorato al posto del defunto. Gli egizi credevano, infatti, che dopo la morte il corpo giungesse nei Campi Iaruraffigurati come campi ricchi di frutti, coltivazioni e ogni genere di delizie. Lì, egli sarebbe vissuto felicemente e senza alcuna preoccupazione, godendo degli stessi agi della sua vita terrena, perché gli ushabti avrebbero svolto per lui ogni mansione e lavoro, provvedendo quindi a tutte le necessità della vita ultraterrena.

Maschere di mummia 
Le maschere rivestono come i sarcofagi un aspetto importante del rituale funebre. Esse, infatti, provvedevano a dare un volto al defunto nell’aldilà e a fare in modo che il Ka (lo spirito) riconoscesse il suo corpo. 

ARTE MESOPOTAMICA

I chiodi di fondazione 
Così chiamati perché collocati in depositi sepolti in più punti al di sotto delle fondamenta degli edifici, soprattutto templari. Avevano la primaria funzione di commemorare la realizzazione di un’opera edile, ma il loro significato era anche di tipo economico amministrativo, trasferito sul piano trascendente. Dovevano, infatti, al contempo riconnettersi ai picchetti usati per misurare i campi e per tracciare sul terreno la pianta degli edifici, e a quelli in argilla inseriti orizzontalmente nella parte superiore delle pareti. Questi deriverebbero da un prototipo, definito ‘picchetto secolare’ che si piantava per suggellare passaggi di proprietà o rivendicazioni di beni.

La scrittura cuneiforme 
La scrittura cuneiforme, la cui elaborazione viene attribuita alla Civiltà Sumerica vissuta in bassa Mesopotamia tra la fine del IV ed il III millennio a.C, rappresenta una delle prime forme di scrittura documentate nell’antichità. Questa deriverebbe da un precedente sistema di scrittura, più semplice, definito pittografico, nel quale le parole erano indicate da rappresentazioni schematiche degli oggetti. L’adozione del termine “cuneiforme” deriva dal fatto che tale scrittura veniva realizzata su tavolette d’argilla tramite stili di canna a sezione triangolare allungata, che producevano segni a forma di cuneo.

Arte partica 
E’ così definita l’arte caratteristica dell’area che si estende dall’altopiano iranico alla Mesopotamia meridionale tra il III secolo a.C. e il III secolo d.C. Le opere prodotte in questo periodo mostrano spesso elementi stilistici ellenistici, ma si distinguono per un maggiore decorativismo.

Rilievi assiri 
Un importante settore della collezione è dedicato all’arte mesopotamica ed in particolare ai rilievi provenienti dai principali palazzi del regno neo assiro.
Il re Assurnasirpal II (883-859 a.C.), primo grande sovrano dell’impero neo-assiro, stabilì la nuova capitale del regno a Nimrud (nome antico Kalkhu), dove fece costruire il grandioso Palazzo Nord-Ovest. Da una delle sale del Palazzo, decorata con rappresentazioni di carattere mitico-simbolico, deriva il grande rilievo con genio alato inginocchiato.
Sennacherib (704-681 a.C.) spostò la capitale del regno a Ninive. Qui fu edificato il Palazzo Nord, o “Palazzo senza rivali” sontuosamente ornato da imponenti decorazioni parietali, che hanno come tema principale la celebrazione delle imprese militari del sovrano. Da qui derivano alcuni raffinati rilievi con scene di guerra e di deportazione dei prigionieri.
Assurbanipal (668-627 a.C.), con il regno del quale si chiude il ciclo storico dell’impero neo-assiro, mantenne la capitale a Ninive ma vi fece costruire una nuova reggia: il Palazzo Nord. Qui era conservata la vastissima biblioteca raccolta dal re in tutte le regioni della Mesopotamia: le oltre 20.000 tavolette in scrittura cuneiforme scoperte negli scavi inglesi dell’800 (ora al British Museum) rappresentano la preziosissima eredità culturale lasciata dalla civiltà mesopotamica. Dal Palazzo Nord derivano numerosi rilievi della raccolta con scene di caccia, di guerra e di deportazione dei prigionieri.

Maschera di mummia
Monumento e arredo funerario
Epoca tolemaica (fine I sec. a.C.)
Clessidra ad acqua
Scultura

Epoca tolemaica, Tolomeo el Filadelfo (285-246 a.J.C.)

Epoca tolemaica, Tolomeo II Filadelfo (285-246 a.C.)
Chiodo di fondazione: sovrano che regge un cesto sul capo
Scultura
III Dinastia di Ur, regno di Shulgi (2094-2047 a.C.)
Chiodo di fondazione con divinita’ maschile inginocchiata
Scultura
Epoca neo-sumerica, regno di Gudea di Lagash (2150–2125 a.C.)
Frammento di sarcofago
Monumento e arredo funerario
Terzo periodo intermedio, XXI Dinastia (1075-944 a.C.)
Modello di scultura
Scultura
Epoca tolemaica (304-30 a.C.)
Ushabti
Scultura
Epoca tarda, XXX Dinastia (380-342 a.C.)
Ushabti
Scultura
Epoca tarda (664-332 a.C.)
Tavolette con scrittura cuneiforme
Iscrizione
III Dinastia di Ur, regno di Shulgi (2094-2047 a.C.), Inv. MB 229: III Dinastia di Ur , 3° anno del re Amar-Sin (2043 a.C.)
Genio alato inginocchiato
Scultura
Impero neo-assiro, regno di Assurnasirpal II (883-859 a.C.)